

Microbiota e cancro
I nuovi fronti della ricerca
Far leva sul microbiota nella partita contro il cancro. È una delle ultime frontiere della ricerca e lo dimostra l’iniziativa di un team dell’Imperial College di Londra: nel 2017 ha avviato l’International Cancer Microbiome Consortium, una cooperazione internazionale multidisciplinare (dall’oncologia alla microbiologia) che si pone l’obiettivo di chiarire il contributo del microbiota umano nella comparsa delle neoplasie.
Il lavoro degli esperti inglesi ha prodotto una dichiarazione di consenso sulla rivista scientifica Gut in cui si dice sostanzialmente questo: non è ancora possibile dimostrare, prove inconfutabili alla mano, la partecipazione diretta del microbiota umano alla genesi dei tumori maligni, ma è vero che da più parti sono stati individuati meccanismi plausibili e ampi indizi (da ricerche in vitro, da studi sull’uomo e da sperimentazioni sui roditori) che sostengono l’intervento di alcuni dei nostri batteri nella cancerogenesi.
Il ruolo dei microbi nella genesi del cancro
Le ultime ricerche mettono in relazione la salute del microbiota con la comparsa del cancro e sembrano testimoniare il suo contributo in quasi tutti gli aspetti, dalla suscettibilità individuale all’avanzamento della malattia fino alla risposta ai trattamenti antitumorali.
In pratica, il dinamico popolo dei microbi farebbe parte di un tridente di fattori determinanti, assieme all’ospite, cioè al singolo individuo (con le sue vulnerabilità e predisposizioni genetiche) e all’ambiente. Gli scienziati arruolati dall’International Cancer Microbiome Consortium ritengono, in buona sostanza, che il microbiota potrebbe fungere da elemento chiave nel modulare/mediare le risposte del soggetto alle pressioni ambientali. E da questo punto di vista, lo studio della microflora intestinale incarna un’opportunità per comprendere meglio il cancro e le modalità attraverso cui potrebbe essere prevenuto.
La disbiosi e le malattie
È innegabile: nella comunità medico-scientifica si vanno accumulando senza sosta gli studi che conferiscono al microbiota il ruolo di grande protagonista sulla scena della fisiologia umana. Gli squilibri che ne incrinano l’assetto, ossia tutte quelle alterazioni chiamate collettivamente disbiosi, contribuirebbero a determinare svariate condizioni cliniche: gastrointestinali, neurologiche, cardiovascolari, e, appunto, anche tumorali. Viceversa, ristabilire un equilibrio potrebbe aiutare nella cura delle patologie.
Il microbiota per portenziare l’immunoterapia
Si studia come intervenire sul microbiota per combattere il cancro. In un articolo diffuso dalla rivista Genome Medicine, firmato nel 2015 dalla super esperta Maria Rescigno – capo del Laboratorio di Immunologia delle Mucose e Microbiota di Humanitas Research Hospital di Rozzano, alle porte di Milano -, si legge che una popolazione microbica in forma (A “fit” microbiota, proprio così recita il titolo del lavoro in questione) può potenziare l’immunoterapia.
«L’immunoterapia si basa su un concetto rivoluzionario: com battere i tumori come se fossero un’infezione, cioè fornendo le armi al sistema immunitario in modo che sia in grado di annientare le cellule tumorali», scrive nel libro La vittoria sul cancro Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia allo IEO di Milano.
L’interazione tra microbiota e farmaci
In una potente sintesi, il concetto è il seguente: le strategie oncologiche basate sul’immunoterapia risultano assai efficaci e sono in grado di sollecitare una risposta a lungo termine in alcuni pazienti. Tuttavia, la variabilità osservata in questa reazione suggerirebbe che in ballo vi siano ulteriori fattori legati all’ospite, capaci in qualche modo di condizionare l’efficienza dei trattamenti. Ebbene, le ricerche recenti, afferma la professoressa Rescigno, suggeriscono che il microbiota potrebbe determinare un’influenza importante in questa mutevolezza nelle risposte dei soggetti in cura.
Disporre di un microbiota in equilibrio, dunque, aiuta il sistema immunitario a espletare un’adeguata sorveglianza immunitaria.
Gli scenari della ricerca in questo campo sono esaltanti ed esiste un numero crescente di prove che collegano il rendimento del microbiota al successo delle terapie antitumorali, come ricorda anche il sito della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro. Ma in generale, si scandagliano le interazioni tra il microbiota e la risposta alle cure farmacologiche, tanto che è nata una nuova disciplina: la farmacomicrobiomica.

