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L’attività fisica migliora la biodiversità del microbiota

Quando si parla di microbiota intestinale, si è portati a ritenere che la sua salute passi esclusivamente attraverso l’assunzione di probiotici, i ceppi batterici «buoni», e di prebiotici che li nutrano, quelle sostanze non digeribili come la fibra alimentare.

Ma c’è un’altra modalità attraverso cui è possibile influenzare in maniera ottimale il condominio microbico con cui viviamo in simbiosi: l’attività fisica.

L’esercizio favorisce la biodiversità del microbiota

Numerose ricerche suggeriscono che il movimento influenzi positivamente il microbiota. Come scrivono gli autori di uno studio italiano, tra cui Vincenzo Monda della Seconda Università degli Studi di Napoli, «l’esercizio può aumentare il numero di specie microbiche benefiche, arricchire la diversità della microflora e migliorare lo sviluppo di batteri commensali». I risultati della ricerca stanno infatti dimostrando che l’attività fisica è in grado di favorire la biodiversità della nostra comunità di batteri e, a cascata, una serie di benefici protettivi tanto sulle funzioni immunitarie quanto sul metabolismo. 
«Negli sportivi, i ricercatori hanno rilevato anche la diminuzione di agenti patogeni e un aumento dei batteri Akkermansia, talmente buoni da meritarsi i gradi di probiotico, cioè amico della salute», si legge nel libro In pace con la pancia (Sonzogno) di Silvio Danese, direttore della divisione di Gastroenterologia all’ospedale San Raffaele di Milano. «Altre indagini suggeriscono che gli individui con una migliore capacità cardiorespiratoria abbiano anche più ceppi benefici, in grado di preservare il rivestimento intestinale e dunque di prevenire la sindrome dell’intestino permeabile (in inglese Leaky Gut Syndrome, tradotto alla lettera in sindrome dell’intestino gocciolante), per indicare un deterioramento della barriera intestinale, che lascia passare più molecole, scatenando un’infiammazione locale. In generale, diverse evidenze testimoniano che l’esercizio fisico moderato è un regalo per i pazienti che soffrono di disturbi funzionali gastrointestinali, come stipsi e diarrea, e di malattie intestinali croniche, come la sindrome del colon irritabile, la rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn».

Con il movimento proliferano i batteri «buoni»

La lista delle azioni positive sull’organismo indotte dall’attività moderata è lunga. In ogni età della vita il moto, svolto regolarmente, dà un bottino di effetti preziosi: dal potenziamento delle difese alla pressione arteriosa, dal controllo della glicemia e del colesterolo nel sangue alla gestione del tessuto adiposo, dalla salute mentale al bilancio energetico, dal benessere cardiovascolare alla prevenzione dei tumori. E ora si è aggiunto il microbiota.
In un’altra recente ricerca, pubblicata su Sports Medicine, è emerso che l’esercizio regolare incrementa la biodiversità microbica stimolando la proliferazione dei batteri buoni.
Ecco il punto centrale della questione, oggetto dell’interesse degli studi scientifici: la varietà di ceppi e l’arricchimento della comunità microbica rappresentano un attore chiave dell’omeostasi generale, parola che si riferisce alla conservazione di un ambiente interno costante (il termine deriva dai vocaboli greci omoios, uguale, e stasis, stabilità). All’opposto, la disbiosi, cioè la compromissione dell’equilibrio del microbiota, e la povertà di specie batteriche si associano a condizioni patologiche. 

Movimento per migliorare il microbiota degli anziani

Il movimento consigliato per il corpo e per il microbiota è sempre quello regolare, controllato e adeguato ai propri standard fisici. L’attività che si definisce moderata. Come hanno avuto modo di rimarcare gli autori della ricerca su Sports Medicine, un esercizio fisico scriteriato può arrivare a produrre un impatto negativo sull’assetto della microflora intestinale: la conseguente disbiosi potrebbe contribuire ad alterare la risposta immunitaria e le condizioni generali di salute.
Sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno i meccanismi che, innescati dall’attività fisica, vanno a modificare composizione e funzioni della microflora, ma intanto colpisce un ulteriore dato: l’analisi degli studi disponibili suggerisce che l’attività fisica si ripercuote beneficamente anche sulla salute intestinale delle persone anziane, migliorando il bouquet del loro microbiota.

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Redazione Nutrivel