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La crescita personale e professionale tra le righe di un libro

Una guida alla lettura per chi vuole attivare un percorso di crescita personale e professionale.

Attivare un percorso di crescita personale significa evolvere e migliorare al di là delle circostanze. Questo principio è derivato in parte da un nuovo approccio al benessere mentale, quello della psicologia positiva che pone al centro la qualità della vita e le proprie aspirazioni, utili anche a una crescita professionale. Quanto sono importanti la percezione di sé, l’autostima o la socialità per vivere una buona vita? E, conseguentemente: quanto può essere utile lavorare su dei punti di forza per stare meglio invece che sulle proprie debolezze? È possibile farlo? Porsi queste domande significa trasferire il senso del benessere da un piano oggettivo, per esempio la propria situazione economica, a un piano soggettivo. Sulla socialità, l’autostima e la consapevolezza di sé stessi è possibile lavorare su diversi livelli, anche attraverso la saggezza e l’esperienza di esperti, psicologi o economisti. 

La crescita personale è legata a doppio filo alle abitudini

Legato al principio decisionale c’è quello delle abitudini. Molto spesso sono queste che influenzano le nostre azioni: questo atomo, a volte invisibile, è importante lavorare per ottenere un effetto domino positivo. Alexander Höfler, autore di Crescita personale: migliorare se stessi. Aumenta la tua fiducia e autostima con metodi di psicologia non convenzionale, cita un proverbio cinese: “Fai attenzione ai tuoi pensieri perché diventano parole, fai attenzione alle tue parole perché diventano le tue azioni, fai attenzione alle tue azioni perché diventano le abitudini, fai attenzione alle tue abitudini perché diventano il tuo carattere, fai attenzione al tuo carattere perché diventa il tuo destino”. A dimostrazione che le nostre abitudini, gli stati d’animo, le attitudini mentali e l’atteggiamento con cui si affrontano le situazioni possono determinare la qualità della vita.
Lo sostiene anche il premio Pulitzer Charles Duhigg, autore del best seller Il potere delle abitudini, nel quale indaga il processo di formazione delle abitudini: poiché trasformate in automatismi dalla ripetizione, ci condizionano e diventano indistinguibili da decisioni consapevoli. È molto complicato modificarle tutte insieme, ma si può lavorare, ogni giorno e a piccoli passi, per disinnescarle.

I libri di crescita personale per migliorare la consapevolezza di sé stessi

Essere consapevoli di sé stessi ha un grande vantaggio tra gli altri: dare gli strumenti per capire come si prendono le decisioni e, nel caso in cui queste si rivelassero sbagliate in futuro, imparare a modificare quei sistemi decisionali. Daniel Kahneman nel 2002 ha vinto il Premio Nobel per l’Economia grazie alle sue ricerche “in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza”. Nel suo saggio più celebre, Pensieri lenti e veloci, esplora la mente umana e racconta come sia caratterizzata da due tipi di processo decisionale, quello veloce e istintivo, e quello lento e riflessivo. Il primo più immediato nell’attivazione e il secondo più pigro. 

Due best seller per gestire meglio il tempo e stimolare le idee

Essere dei multipotenziali, ovvero persone che si interessano e appassionano a diversi temi, ha vantaggi, ma soprattutto ha un problema: diventa difficile definire una priorità tra gli interessi e gli obiettivi, con il rischio di rivelarsi inconcludenti, soprattutto in una società che privilegia la specializzazione.
Imparare a gestire il tempo vuol dire migliorare la propria produttività e quindi la percezione di sé e delle proprie attività. Una lettura illuminante è Diventa chi sei di Emilie Wapnick, che fornisce spunti pratici per mettere a frutto la propria creatività in diversi campi e contesti, personali e professionali.
È un cult da un decennio Ruba come un artista di Austin Kleon, che con un titolo provocatorio racconta quanto sia importante ispirarsi al lavoro degli altri per condividere conoscenze, rielaborare e creare. Le idee, infatti, nascono prima di tutto dall’osservazione.

Un saggio sul potere della generosità

Le persone si potrebbero dividere in takers, givers o matchers. Dove per takers si intendono quelli che tendono a prendere dagli altri, per matchers quelli che lavorano sull’interscambio e per givers i generosi che non perseguono obiettivi nel nome del do ut des.
La generosità, come spiega Adam Grant in Give or Take è uno dei motori della socialità e delle buone relazioni con gli altri. È uno strumento per curare i rapporti, fare in modo che gli altri siano disponibili nei nostri confronti e creare un network solido, che nel tempo potrebbe rivelarsi prezioso.

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Redazione Nutrivel