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Il Barefooting, ovvero i benefici del camminare scalzi

Negli ultimi anni sono aumentati i percorsi turistici dedicati a quelli che vogliono camminare scalzi. Perché farlo? Una piccola storia evolutiva del piede per comprenderne i benefici

Gli scalzisti sono in mezzo a noi e non sono residui di una filosofia hippie, anche se molti tra coloro che hanno preso l’abitudine di camminare scalzi lo magnificano come un modo per sentirsi più liberi, venire a contatto diretto con la terra e riconnettersi con la natura.
Il barefooting o gimnopodismo, in realtà, ha sempre maggiore sostegno tra gli esperti di postura ed è stato oggetto di diverse ricerche che hanno cambiato la prospettiva. Anche sui calli.

Barefooting, i benefici spiegati da un australopiteco

Per fare un po’ di storia sui piedi, una parte del corpo spesso trascurata dagli studiosi, si potrebbe partire dal 1974, quando gli archeologi fecero una scoperta sorprendente, destinata a cambiare il corso delle ricerche in molti ambiti. In quell’anno fu trovata Lucy, uno scheletro di australopiteco di cui la maggior parte delle ossa era conservata. Si notò che la conformazione dei piedi, su un ominide che visse più di 3,2 milioni di anni fa, non era molto differente rispetto a quella di uno scheletro contemporaneo. Significava che, nell’ottica evoluzionista, i piedi degli esseri umani erano così ben progettati da non richiedere successive modifiche per adattamenti ambientali.

Ma allora perché abbiamo cominciato a usare le scarpe?

Se i piedi, nella loro forma attuale, risalgono a milioni di anni fa, non si puo’ dire lo stesso per le calzature. La prima a essere scoperta dagli archeologi è datata a 40.000 anni fa ed è quindi una soluzione che, dal punto di vista dei tempi evolutivi, è assai recente. Prima di allora e per molto tempo, le piante dei piedi, quando si camminava o correva, erano state in contatto diretto con il terreno.
Che le scarpe siano nate dalla necessità di riparare il piede? La rivista Nature nel 2019 ha fatto una ricerca in cui si è compreso, partendo dalle persone che in Kenya e negli Stati Uniti camminano scalze, come l’ispessimento della pelle dei piedi e i calli servano alla protezione del piede. Le calzature, creando un ammortizzatore artificiale, hanno rappresentato una soluzione da questo punto di vista. Il problema, però, sembrerebbe essere più estetico che strutturale. 

Barefooting, i benefici del camminare scalzi all’ultimo livello della scala evolutiva

Sempre gli stessi studiosi hanno notato che le scarpe, pur proteggendo il piede, ne abbassano la sensibilità tattile. Invece lo spessore dei calli, che rappresenta la protezione naturale del piede, non compromette la percezione degli stimoli del terreno né la forza di impatto. Quindi le calzature non solo non danno evidenti vantaggi dinamici, ma modificano la camminata naturale con ripercussioni sulla postura. La scarpa trasforma l’impatto con il terreno in forze di carico sulle articolazioni, come quelle della caviglia e del ginocchio. Quando invece si cammina scalzi, i sobbalzi coinvolgono solo i muscoli e i tendini.
Tra i vantaggi del camminare a piedi nudi ci sono quelli per l’apparato circolatorio: il barefooting permette di non costringere le dita dei piedi nelle scarpe, di allenarne i muscoli e quindi di migliorare la circolazione sanguigna con positive ripercussioni anche sulla qualità del sonno.

Come e dove cominciare a praticare barefooting

I benefici del barefooting hanno quindi delle spiegazioni anatomiche, ma l’abitudine alle scarpe crea naturalmente dei problemi per chi vorrebbe camminare scalzo. Per esempio bisogna allenare il piede gradualmente, magari cominciando a camminare scalzi prima a casa, poi in spiaggia, poi sull’erba. Un altro problema potrebbe essere rappresentato dalla temperatura esterna. Per chi comincia è più facile pensare di procedere scalzi in estate.
Per chi ha voglia di camminare nella natura a piedi scalzi è possibile fare dei percorsi nei boschi, nelle foreste, tra i vigneti. Tra i luoghi consigliati ci sono il Sentiero Natura all’Alpe Lusia e il Percorso Kneipp in Trentino, la Foresta in Punta di Piedi in Piemonte, il Percorso Francescano per la Pace tra Gubbio e Assisi, il percorso Morgex in Valle d’Aosta.

Redazione Nutrivel