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Fare un pisolino serve a socializzare meglio (e allena la memoria)
Il pisolino pomeridiano è un vero elisir di benessere: stimola la memoria associativa e aiuta a mantenere un sano distacco emotivo dagli eventi quotidiani stressanti.
Quando la tecnologia tradisce e lo smartphone o il computer si impallano, esiste un metodo che in molti adottano senza dichiararlo apertamente: staccare tutte le spine e forzare il reset.
Non è uno strumento ortodosso, ma a volte regala grandi soddisfazioni. Il power nap potrebbe avere la stessa funzione di risettaggio per il cervello, con la differenza che è un metodo consigliato e che non solo ripristina il sistema, ma lo fa funzionare meglio durante il giorno, come se imprimesse una scintilla mentale.
Alcune aziende, come Uber e Google, hanno riconosciuto una dignità tale al pisolino pomeridiano da avere organizzato degli spazi in cui rifugiarsi. Obiettivo: aumentare la creatività e la produttività.
I benefici sono validi sia per chi dorme bene la notte sia per chi ha una bassa qualità del sonno. Lo dimostrano molti studi che, parlando espressamente di vantaggi, tolgono quello strano senso di colpa a chi sentiva di perdere tempo con un sonnellino dopo pranzo. Potrebbe essere meglio investire minuti preziosi in questa attività invece di prendersi una bella tazza di caffè.
La scienza del pisolino
Uno studio di Jennifer Goldschmied, dottoranda dell’Università del Michigan, ha analizzato gli effetti della pennica su circa 60 persone. Quelli che avevano dormito il pomeriggio per 60 minuti, invece di guardare un documentario sulla natura, risultavano più tolleranti e affrontavano le frustrazioni con maggiore ottimismo.
A proposito, Goldschmied ha affermato “La tolleranza alla frustrazione è un aspetto della regolazione delle emozioni. È probabile che dormire ci dia più distanza da un evento emotivo” (Napping to modulate frustration and impulsivity: A pilot study). Aspetto che aiuta nelle relazioni interpersonali.
Quando dormire è meglio di un caffè
Sara Mednick, PhD, psicologa dell’Università della California, ha portato avanti delle ricerche sull’apprendimento percettivo. Una di queste ha dimostrato che le persone distinguono meglio una trama visiva dopo una notte di sonno rispetto a quanto riescano a farlo subito dopo averlo appreso. Il sonnellino andava dai 60 ai 90 minuti.
In un altro studio ha notato come una power nap fosse più efficace di una tazza di caffè in termini di apprendimento percettivo. Più precisamente si è accorta come la caffeina aumenta i livelli di attenzione e vigilanza, mentre il riposo aiuta a migliorare alcune forme di consolidamento della memoria (Nap sleep preserves associative but not item memory performance).

Dormire potenzia la memoria associativa
In questa stessa direzione vanno anche altri studi, quelli di Axel Mecklinger, PhD della Saarland University in Germania. Con un team di colleghi il ricercatore ha impostato un test con l’obiettivo di studiare il ricordo della memoria su un campione di persone. I volontari hanno imparato parole singole e coppie di parole senza senso o principio di associazione. A metà delle persone è stato concesso un pisolino di 90 minuti, l’altra metà ha visto un DVD. Subito dopo su di loro è stata testata la memoria.
Tutti ricordavano le parole singole, mentre le parole in coppia erano più chiare a quelli che avevano dormito. La prima memoria è la memoria degli oggetti, come quella legata una lista della spesa, mentre la seconda è la memoria associativa in cui è coinvolto l’ippocampo, la parte del cervello che immagazzina i ricordi basati sui fatti e agevola l’apprendimento. Secondo lo studioso, l’ippocampo ha bisogno di riposo per ripulire la memoria e creare spazio per nuovi ricordi (Nap sleep preserves associative but not item memory performance).
In questo senso è ancora più significativo uno studio condotto da Matthew Walker, uno psicologo di Berkeley in California, che ha fatto emergere un aspetto: è molto improbabile che i bambini che stanno apprendendo le prime parole nelle frasi (memoria associativa) ricordino le lezioni se prima non dormono (Wake deterioration and sleep restoration of human learning).
I tempi del power nap: un sonnellino col timer
Dati tutti i vantaggi, bisogna però specificare che si parla di power nap quando ci sono dei tempi precisi per appisolarsi: devono essere quelli che non scatenano l’inerzia da sonno, ovvero quella sensazione di stanchezza e stordimento che si ha quando si dorme troppo.
Nella maggior parte dei casi gli studiosi concordano nel dire che i sonnellini ristoratori sono quelli che vanno dai 20 ai 30 minuti oppure che arrivano ai 90 minuti, così come dimostrano le ricerche. Fisiologicamente il corpo avverte sonnolenza appena dopo pranzo e questo potrebbe essere un orario ideale. Il calo post-pranzo è legato al ritmo circadiano, ovvero 8 ore circa dopo il risveglio.
Cosa aspetti?
Il benessere inizia da te!
