

Come allenare l’efficienza neuromuscolare per sentirsi meglio
I vantaggi di un programma specifico di allenamento neuromuscolare o del taping neuromuscolare
Fare degli squat e, mentre ci si rialza, toccare con le mani dei punti precisi illuminati su un tavolo sembrerebbe un esercizio funzionale solo ad allenare la forza delle gambe o la coordinazione del corpo. In realtà i benefici potrebbero andare oltre. L’allenamento è utile a insegnare al cervello i movimenti corretti che devono fare gli arti, le articolazioni, i muscoli e tendini connessi.
Questo in letteratura medica si chiama efficienza neuromuscolare ed è fondamentale per avere il controllo dei movimenti e, conseguentemente, migliorare la forza e proteggersi anche da infortuni. Per migliorarla si può procedere con un allenamento neuromuscolare specifico o con il taping o bendaggio neuromuscolare.
Efficienza neuromuscolare: un viaggio sulla strada dei muscoli fino alla giunzione neuromuscolare
Il sistema neuromuscolare è quello che, per esempio, rende possibile reagire a un carico esterno che deve essere respinto. Perché questo avvenga, è necessario che due fattori si attivino contemporaneamente: la velocità di reazione e la forza muscolare. Di fronte a un input esterno, il cervello fa partire uno stimolo dall’unità motoria. Il muscolo viene quindi reclutato e risponde contraendosi e producendo un movimento utile allo scopo. La reazione è quindi il frutto, per semplificazione, delle caratteristiche della parte miogena, ovvero quella delle fibre del muscolo, e del controllo neurale.
Le due parti vengono in contatto grazie a una sinapsi chimica chiamata specificatamente giunzione neuromuscolare. È grazie a questa, infatti, che lo stimolo che parte dal cervello attiva dei motoneuroni che innervano le fibre muscolari. Queste, a seconda dell’arto e della funzione, sono specializzate. Ci sono quelle per la resistenza, quelle per la scossa veloce, quelle per i movimenti lenti.
I motoneuroni che vengono attivati in prima battuta sono sempre quelli delle unità motorie più piccole e lente. Questo perché, secondo il principio di Henneman, il corpo è fatto per disperdere quante meno energie possibili in funzione della sopravvivenza. Se, però, è necessario rispondere a un input esterno con maggiore velocità, sarà necessario che il sistema nervoso risponda reclutando le unità motorie più grandi e veloci.
In questo senso è possibile educare il cervello a una migliore qualità dello stimolo e all’efficienza neuromuscolare con un allenamento che la prenda in considerazione e porti a adattamenti e modificazioni.
Efficienza neuromuscolare, allenamento e taping o bendaggio neuromuscolare
L’allenamento neuromuscolare è utile nelle sessioni di riabilitazione, ma rientra anche nelle routine quotidiane sia per gli atleti professionisti sia per amatori sportivi.
È applicato nella riabilitazione perché capita di subire delle lesioni non a seguito di un trauma specifico, ma perché gli arti non sono abituati a muoversi nel modo corretto e la supervisione richiesta al cervello non si attiva correttamente. Per questa ragione è fondamentale addestrare il cervello a partecipare a una sorta di controllo congiunto che trovi un ribilanciamento e guidi l’articolazione.
Nel caso degli sportivi, l’efficienza neuromuscolare è utile a incrementare il livello di forza perché agisce sullo schema motorio completo. Gli esercizi che vengono proposti servono a migliorare la reattività cerebrale per gestire impulsi improvvisi. Per studiare un programma di allenamento vengono utilizzati i seguenti principi:
1) creazione di situazioni di squilibrio per il corpo, con piani di appoggio instabili o variabili;
2) utilizzo di attrezzi in coppia diversi per tipologia, forma o peso, in modo da creare una situazione destabilizzante per il corpo;
3) utilizzo di input, come luci o suoni, che guidino i movimenti;
4) limitazione dei sensi, come utilizzare la vista parzialmente o non usarla totalmente
L’efficienza neuromuscolare può essere aiutata dal taping o bendaggio neuromuscolare che attiva delle contrazioni biomeccaniche. Una volta applicato sulle zone interessate produce dei micromovimenti che stimolano una risposta del muscolo e quindi generano un impulso neuronale attraverso i recettori nervosi cutanei. Vengono utilizzati soprattutto in casi di cervicalgia, epicondilite, tensione muscolare, correzione dell’allineamento articolare e dell’assetto posturale.

