

Ansia, può dipendere dal microbiota
È un fronte di ricerca che stupisce: un numero crescente di risultati scientifici mostra che il microbiota ha a che vedere con l’umore, l’ansia e con la salute neurologica.
In passato era già stata coniata l’espressione Gut-Brain Axis, asse intestino-cervello, in sigla GBA, per indicare una linea di comunicazione bidirezionale tra su e giù, anche perché l’intestino è tappezzato da qualcosa come cinquecento milioni di neuroni, collegati a quelli del cervello cranico. Ma negli ultimi anni si è capito che a fare parte del dialogo è anche la sterminata massa di microbi buoni che il nostro organismo ospita con il suo metaboloma, ossia i metaboliti o postbiotici che il microbiota produce e che finiscono in circolo.
Microbiota, ansia e depressione
Tra pancia e testa avviene uno scambio di ormoni, acidi grassi, neurotrasmettitori e fattori neurotrofici e immunologici che finiscono per ripercuotersi sulla sfera neurologica. «Ricerche condotte sugli animali mostrano che variazioni anche lievi dei microrganismi che popolano l’intestino provocano cambiamenti a livello cerebrale», si legge nel saggio Il talento del cervello (uscito per Sonzogno il 23 settembre 2022), firmato da Michela Matteoli, direttrice dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). «E l’evidenza che oltre il 20 per cento dei pazienti con malattia infiammatoria intestinale presenta disturbi del sonno e depressione ha suggerito che pure negli esseri umani il benessere intestinale possa influenzare la salute mentale e le funzioni cognitive. Aggiungo che, recentemente, varie ricerche hanno ipotizzato che la composizione del microbiota influisca sullo sviluppo dei disturbi neurodegenerativi».
Curare il microbiota per curare la psiche
Il fitto traffico biochimico tra intestino e cervello può condizionare, quando alterato, la comparsa di manifestazioni patologiche. C’è molto da approfondire, però un indizio degno di nota è che nei pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare il microbiota intestinale presenta una composizione atipica.
L’attenzione della ricerca scientifica ora è volta a scoprire se sia possibile migliorare la salute psichica e neurologica attraverso il microbiota.
Il legame tra intestino e stress nei giovani adulti
In una revisione di vari studi pubblicata nel 2022 sull’International Journal of Molecular Sciences, un team di studiosi canadesi ha rimarcato l’importanza dell’asse intestino-cervello nel favorire una salute neurologica ottimale soprattutto negli individui prossimi a diventare adulti. Il periodo compreso tra i 18 e i 25 anni è cruciale per lo sviluppo fisico, cognitivo, sociale ed emotivo dell’essere umano, per lo sviluppo e la plasticità neuronale. E in questo arco temporale le risposte personali allo stress e le fluttuazioni dei livelli ormonali possono sortire un impatto significativo sul cervello.
Gli studi scientifici segnalano come i disagi psichici si stiano verificando con sempre maggior frequenza proprio nei cosiddetti «adulti emergenti» dei Paesi occidentali. Ma vero è anche che le evidenze indicano un dato significativo: l’approssimarsi dell’età adulta si associa a una certa vulnerabilità del microbiota intestinale, che risulterebbe infatti meno vario, stabile e resiliente rispetto ad altre fasi della vita. Da qui la raccomandazione degli autori dello studio: soprattutto in questo delicato momento di transizione della nostra vita, è essenziale poter disporre di un microbiota intestinale sano, valido.
Come? Innanzitutto con la gestione accorta dell’alimentazione: una dieta ricca di verdure, frutta, fibra, cibi fermentati e acidi grassi polinsaturi aiuta a conservare equilibrio e biodiversità in seno al microbiota intestinale (promuovendo, a cascata, la salute dell’organismo, cervello incluso). Si è capito poi che la regolare attività fisica è un fattore fondamentale per migliorare l’assetto metabolico e cardiovascolare, lo sviluppo di ceppi microbiotici favorevoli e il generale benessere psichico. Bisognerà poi prestare particolare cautela all’assunzione di farmaci e alcol, e rispettare una sana igiene del sonno, perché anche le notti in bianco possono scombussolare il microbiota, incrementando la quota degli stipiti batterici negativi.
Microbiota e cervello: si studiano gli psicobiotici
Insomma, il microbiota equilibrato si sta sempre più affermando come «la nuova dimensione del benessere», mentre le disbiosi (ossia le alterazioni della flora batterica) sono accusate di mutamenti a carico delle performance intestinali e di effetti negativi sull’umore, il comportamento e le funzioni cerebrali. Tant’è che alcuni studi hanno mostrato come alcuni specifici probiotici possano mitigare l’ansia e i sintomi depressivi quasi emulando l’efficacia dei farmaci convenzionali: sono allo studio non a caso gli psicobiotici, integratori con batteri che potrebbero migliorare l’equilibrio psichico.
L’asse intestino-cervello rappresenta un ambito d’indagine e d’intervento prezioso per la futura pratica terapeutica e nutrizionale. Anche se tanto resta ancora da svelare, alcuni psichiatri non esitano ad affermare che la comunicazione tra microbiota intestinale e il cervello sta fornendo alla psichiatria un nuovo paradigma da cui partire per affrontare la malattia mentale.

